La disabilità in Italia

Ciò che emerge da quello che abbiamo letto fino ad ora è che, la disabilità non coinvolge solo i problemi fisici e mentali, ma anche l’ambiente e la partecipazione alla vita collettiva e familiare.

La fonte principale per studiare la disabilità in Italia sono le indagini ISTAT sulle “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari”. In questa indagine si rilevano le informazioni sullo stato di salute, il ricorso ai principali servizi sanitari, alcuni fattori di rischio per la salute e i comportamenti di prevenzione.

Lo strumento statistico dell’indagine multiscopo sulle “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari” non consente, però, di quantificare il numero dei bambini disabili al di sotto dei 6 anni. Si possono comunque tentare delle stime. Nella scuola elementare la percentuale di certificazioni scolastiche nel 2000 è stata pari all’1,86%, mentre le certificazioni presso la scuola materna hanno riguardato lo 0,88% dei bambini iscritti. Non essendoci obbligo di frequenza della scuola materna, possiamo ipotizzare che 0,88% sia una sottostima del reale numero di disabili.

Disabilità in Italia

Con l’indagine Istat sulle condizioni di salute condotta negli anni 2012-2013 è stato rilevato il fenomeno della disabilità abbandonando il termine di “persone con disabilità” e sostituendolo con “persone con limitazioni funzionali” in accordo con la nuova definizione ICF che, come abbiamo visto, individua il fenomeno della disabilità nella presenza di restrizioni alla partecipazione associate a problemi di salute.

Nel 2013, le persone con limitazioni funzionali sono circa 3,2 milioni, di cui 2 milioni e 500 mila sono anziani. Più alta la quota tra le donne, 7,1% contro il 3,8% tra gli uomini, quindi notiamo un maggior svantaggio per il sesso femminile dovuto anche alla longevità.

Il 3,4% della popolazione di 6 anni e più ha difficoltà a vestirsi, spogliarsi, lavarsi e mangiare autonomamente. Complessivamente, sono quasi 2 milioni le persone con questo tipo di limitazioni ed oltre la metà è ultraottantenne.

Hanno limitazioni di tipo motorio 1 milione 500 mila persone, pari al 2,6% della popolazione di 6 anni e più, con quote molto più alte dopo i 75 anni. Le difficoltà nella sfera della comunicazione, quali le difficoltà nel vedere, sentire o parlare, coinvolgono circa 900 mila persone di 6 anni e più, pari all’1,5% della popolazione della stessa età.

La situazione di maggiore riduzione dell’autonomia riguarda il 2,5% della popolazione di 6 anni e più (1,4 milioni di persone) che riferisce di essere costretta a stare a letto, su una sedia o rimanere nella propria abitazione per impedimenti di tipo fisico o psichico. Tra le persone anziane la percentuale raggiunge il 9,7%. Tra gli ultraottantenni la quota sale al 22,7% ed è sempre molto più elevata tra le donne (27% contro 14,8%).

Nel Sud e nelle isole si registrano più casi di persone con limitazioni funzionali.

Dal 2013 ora contiamo più di 4.000.000 di persone disabili.