Il Welfare State.

I primi sistemi di Welfare nascono in Europa nel 1880, mentre in Inghilterra e negli Stati Uniti, già erano presenti servizi dedicati ai poveri (Poor Laws).

In Italia il primo sistema previdenziale nasce nel 1919 istituito per il lavoratori nel settore privato, per poi prendere piede definitivamente nel dopoguerra.

Il Welfare State è il complesso delle politiche pubbliche messe in atto dallo Stato che si propone di garantire assistenza e benessere ai cittadini, per migliorarne la qualità della vita.

Secondo A. Briggs, gli obbiettivi perseguiti dallo Stato di Benessere o Stato Keynesiano sono assicurare a tutti i cittadini un tenore di vita minimo, offrendo sicurezza in condizioni sfavorevoli per motivi economici e non, consentire a tutti i cittadini l’accesso ad ogni tipo di servizio dall’assistenza all’istruzione.

Gli strumenti per perseguire gli obbiettivi sono: l’erogazione di denaro in caso di fasi della vita che non permettono di avere un lavoro come la vecchiaia, la disabilità, la maternità; erogazione dei servizi sanitari, di abitazione, di istruzione, sociali; la concessione di benefici fiscali; la locazione di abitazioni a famiglie con basso reddito e l’assunzione di persone con limitazioni funzionali.

Il sistema della ‘sicurezza sociale’, introdotto in Gran Bretagna dopo la seconda guerra mondiale, copriva la disoccupazione, l’invalidità, la perdita dei mezzi di sussistenza, bisogni della vita coniugale, spese funerarie, sussidi per l’infanzia, ecc.

Il Welfare fu esteso a tutti i cittadini e questo provocò aumento della spesa pubblica, creando problemi nel contenimento dell’inflazione e della disoccupazione.

Per questo dagli anni ’80 il ruolo dello Stato nei processi economici è stato ridimensionato.

Storicamente possiamo distinguere diversi tipi di Welfare:

-Nel Regime Liberale vengono individuati pochi destinatari a cui vengono garantite le prestazioni sociali minime e lo Stato riduce al minimo i suoi compiti incoraggiando il ricorso al mercato dei servizi.

-Il Regime Social-democratico prevede che le prestazioni dello Stato siano riconosciute a tutti i cittadini, quindi ha carattere universalistico sulla base della cittadinanza. Il ruolo dello Stato è primario e cerca di massimizzare le capacità produttive dei cittadini.

-Il Regime Conservatore-corporativo individua i destinatari sulla base della loro posizione occupazionale e di schemi assicurativi pubblici. Lo Stato interviene solo se i bisogni non trovano risposte a livello individuale, familiare e di associazioni intermedie.

Per quanto riguarda l’Italia abbiamo già visto come il nostro Welfare attraversa una crisi causata da alcune peculiarità quali degli squilibri all’interno della spesa pubblica, che tutela alcune categorie lasciando al limite della sussistenza altre distinguendo gruppi sociali garantiti (come i lavoratori pubblici che facilmente accederanno al fondo pensionistico), gruppi sociali semigarantiti ( i lavoratori in proprio o i dipendenti di aziende che in questi anni versano in condizioni precarie) e i gruppi sociali che non hanno garanzie (lavoratori instabili e irregolari).

È evidente come queste politiche fiscali rigide abbiano colpito prima le classi medio-basse .

Per questi motivi e tanti altri sono necessarie nuovi tipi di politica Welfare che comprenda il diritto al lavoro, di accesso alla vita e molto altro che preveda la semplice dignità di vivere.