Il ruolo dell’assistente sociale nei carceri minorili

Anche se la serie tv Mare Fuori si è dimenticata di inserire questa professione, siamo qui per vedere i compiti dell’assistente sociale nei carceri minorili.
Mare fuori è una serie TV del 2020 attualmente in corso, firmata Rai che racconta le storie dei detenuti: alcuni provengono da famiglie criminali e non hanno alcuna intenzione di cambiare vita; altri hanno commesso degli errori perché esasperati da soprusi e maltrattamenti; altri ancora, nati in famiglie oneste, hanno subito il fascino del cosiddetto “sistema” e l’illusione dell’agiatezza che esso garantirebbe (Wikipedia)
Ma ora veniamo a noi e vediamo nei particolari il ruolo dell’assistente sociale nei carceri minorili
L’assistente sociale all’interno del sistema carcerario minorile è una figura indispensabile per il recupero sociale dei detenuti. [1] La sua presenza ha come obiettivo quello di promuovere l’integrazione sociale dei detenuti con l’obiettivo di rieducarli e di aiutarli a reinserirsi nella società al termine della pena. [2] La figura dell’assistente sociale nell’ambito del sistema carcerario minorile si è evoluta nel corso degli anni e ha assunto un ruolo sempre più importante, sostituendo in parte il personale penitenziario e le figure professionali che operano nel settore penale. [3] L’assistente sociale ha compiti di aiuto, di sostegno, di vigilanza e di verifica del rispetto delle prescrizioni contenute nel provvedimento. Inoltre, il suo ruolo è fondamentale anche per l’aiuto che offre alle famiglie e per la cura delle relazioni familiari. [2] In questo modo, si mira a favorire il processo rieducativo dei detenuti e a promuovere le loro possibilità di reinserimento nella società.
I compiti dell’assistente sociale nei carceri minorili comprendono diverse attività volte a sostenere il recupero sociale dei detenuti. [1] Tra queste compiti troviamo la vigilanza e il controllo del rispetto delle prescrizioni contenute nel provvedimento, l’ascolto e la consulenza degli internati, l’aiuto nel superamento di problematiche relative alla vita personale e familiare, la promozione delle attività formative e ricreative, la verifica dell’andamento dei programmi educativi, l’orientamento, l’informazione e l’accompagnamento al reinserimento sociale. [2] Inoltre, l’assistente sociale svolge un ruolo fondamentale anche nella cura delle relazioni familiari, offrendo consulenza, sostegno e accompagnamento soprattutto alla famiglia del detenuto. [3] Questo per aiutare i detenuti a superare le difficoltà che possono insorgere durante il periodo di detenzione e di favorire il loro reinserimento nella società.
Il fine principale dei carceri minorili è quello di garantire la sicurezza e la tutela dei minori detenuti all’interno di essi. [4] Il loro obiettivo principale è prevenire la commissione di reati da parte dei minori attraverso l’educazione e la formazione, al fine di favorirne una rieducazione corretta e di prevenire la recidiva. [6] Inoltre, l’obiettivo è quello di garantire una rieducazione e un reinserimento sociale dei minori detenuti, che possano contribuire a modificare il loro comportamento criminale e sociale. [3] Per raggiungere questo obiettivo, il sistema penale italiano prevede una serie di misure alternative alla detenzione carceraria, come la libertà vigilata, l’affidamento in prova a un servizio sociale, la comunità alloggio, la sospensione condizionata della pena, l’affidamento in prova al servizio sociale, l’obbligo di frequentare corsi di formazione o di lavoro, l’affidamento ai servizi sociali territoriali. [4] Inoltre, in ogni carcere minorile è presente un servizio di assistenza sociale che opera in stretta collaborazione con i servizi sociali territoriali, al fine di garantire l’integrazione sociale dei detenuti e la loro rieducazione.
Tutto sommato Mare Fuori ha narrato egregiamente tutto questo.
Fonti: